Altre critiche
Il significato della forma
[…] L’artista, se sufficientemente sensibile e creativo, riesce a riscattare l’espressione formale e il suo significato. È questo il caso della giovanissima Antonella Pomara che, pur tenendo contro dei valori formali propri dell’autonomia figurativa del soggetto, riesce a sperimentare la forma, dandone un senso più intricato e intelligente, sino a raggiungere un efficace linguaggio di plasticità, sottraendo questa attributo a ogni tentativo di staticità.
Palermo, 1998
Francesco Carbone
La sintesi dei piani
[…] I bronzi di Antonella Pomara, l’uno diverso dall’altro come la realtà che rappresentano, nascono dalla sintesi di un insieme di piani che si intersecano fra di loro per dare vita a figure geometrizzate, le cui linee sembrano ferire lo spazio circostante.
Corpi aggrovigliati su se stessi e la vita stessa che emerge prepotente dai volti tirati dei personaggi, da quegli sguardi che non trovi perchè rivolti altrove a rincorrere significati e risposte che vanno al di là di verità rivelate e che si identificano con l’uomo stesso, briciola di un universo sconosciuto
Palermo, 1999
Salvatore Pomara
La vita diventa forma sussulto di (noi) terrestri
[…] Al centro della composizione nello spazio scenografico anch’esso compresso e ristretto, l’uomo moderno pare che urli tutto il suo patbos esistenziale, con tutta la voglia di ricercare un’arnonia spirituale che sfugge nel tempo precario della contorsione telematica. Nel lavoro di Antonella Pomara la vita diventa forma, esprimere le tensioni e i sussulti di noi poveri terrestri.
Palermo, 2002
Francesco Federico
Oltre ogni barriera
[…] Sono opere, quelle di Antonella Pomara, di grande suggestione, silenti nella freddezza del materiale ma parlanti, ricche di patbos, fino a diventare il suo più congeniale mezzo espressivo: che le permette di superare ogni barriera di comunicatività.
E infatti la figura umana, quella di oggi e quella di sempre, il in pose contorte, che da una parte manifesta disagio e dall’altra si rileva canto liberatorio, affascinante e fascinosa.
Palermo, 8 maggio 2004
Giovanni Mendola
Alla scultura il compito di raccontare
[…] La scultura ha il compito di rappresentare, di raccontare, di comunicare, iniquietare. Le opere di Antonella Pomara sono di grande fascino, suggestive, intese, mai banali, ricche di tensione emotiva. Una umanità, quella rappresentata dall’artista, modellata spesso in pose contorte, che manifesta disagio e disperazione, espresso in quei volti in costante tensione, in quegli sguardi sempre rivolti altrove a cercare risposte che non arrivano e che tormentano chi guarda, quasi a richiarmarlo alle proprie responsabilità. Ma dai medesimi personaggi afflitti la vita sessa esce un percorso personale che affronta una ricerca dell’infinito attraverso il racconto spesso drammatico e doloroso della vicende umane. Per Antonella Pomara: l’artista nasce ogni giorno se riesce a cantare la bellezza dell’anima e le mani diventano un modo di esprimere dello spirito, non più del corpo.
Settembre 2004
Alfonso Lo Cascio
Visioni affascinanti
[…] Altra autrice giovane, ma dallo stile già delineato e riconoscibile, è Antonella Pomara. Le sue sculture sono spigolose e sognanti da visioni scarne da orpelli ma intrigantemente affascinanti. Esse sono massa in apparente movimento percorso da fremiti deformanti la materia. Nei suoi lavori il grottesco si sposa con gli strati più intimi dell’anima creando sentimenti contrastanti.
Isola delle femmine, 13 giugno 2006
Vinny Scorsone
La consacrazione della Biennale
Scattante è la forma concepita da Antonella Pomara. Scattante come la giovinezza dell’artista, consacrata dalla 51 Biennale di Venezia per l’intelligenza creativa che dà slancio, ritmo, armonia al bronzo, in cui si assomma l’ascendenza futuristica, il rigore novecentesco e la suggestione bodoniana. Dinamismo tagliente che inventa con ironia vitalismi strutturali, legati alla persona, insopprimibile, espressiva di posività. Serrati nell’articolazione geometrica sono i bronzi Il tamburo e Armonica: l’uno con rullo gioioso scatena voci di gesta; l’altro diffonde con mantice sofferto accademica, che reinventa la composizione spezzata.
Palermo, marzo 2007
Giovanni Bonnaro
Più Guttuso che Fiume più persone che volti
Chi la conosce bene sostiene che Antonella Pomara viva – anzi conviva – con la duplice identità artista di scultrice e pittrice, ovvero che debba al magma della prima esperienza gli incoraggianti risultati della seconda. Buon ultimo, il sottoscritto – nelle more delle proprie possibilità, della propria esperienza – sostiene invece che Antonella Pomara sia un’artista da tenere sotto (attenta) osservazione sopratutto per la sua pittura. Evidentemente riconoscibile, subito originale, la pittura di Antonella Pomara per l’intanto sfugge a qualsiasi retaggio climatico e geografico: il suo Sud non è un Sud di donne e sole, di spiagge e deserti, di fiori e miraggi, di strade e percorsi quasi sempre accidentanti. Ma un Sud di storie, di racconti, di persone più che di facce, di impressioni più che di certezze, caratteristica – questa dell’apparente indecifrabilità – che rende la sua pittura molto più famigliare a quella di Renato Guttuso che non a quella di Salvatore Fiume(per prendere in prestito, scomodandoli dal limbo in cui si trovan, due Siciliani come Antonella). Alcuni quadri sembrano addirittura evocare il caso della genete palermitana di Guttuso, quell’insieme di anime che rendevano (e forse rendono ancora) la città di Federico II unica al mondo. Antonella sembra mutuare quelle atmosfere, scarnificandole ma al tempo stesso rendendole se possibile ancora più caotiche, rubandogli l’anima e i volti ma al tempo stesso restuendogli un sensazionale profilo universale.
Per queste ragioni abbiamo deciso di intitolare – questo catalogo e le successive mostre personali dell’Artista – con il nome di Fatti & persone, episodi e destini anche molto distanti che però stanno insieme sullo stesso pianerottolo dell’arte: quelle della verità. Antonella Pomara, questo è fuor di dubbio, appare artista autentica, vera senza risparmi del corpo a corpo che ingaggia con la scultura, senza fronzoli nella battaglia identitaria che sostiene con la pittura. Fatti & Persone dunque, quasi un viaggio – evidentemente interiore – nel viaggio di esperienze e sensazioni compiuto da Antonella Pomara al momenti di proporre un soggetto, un momento, una istantanea. Bellissimi alcuni bronzi e terracotte, sofisticate alcune sculture ben lontane dalla struttura semplice a cui eravamo abituati dal progressivo decadimento dell’arte scultorea, semplicemente straordinarie alcune tele in cui il soggetto emerge il resto del dipinto più per fattori narrativi che per particolari meriti estetici. Fatti & Persone, all’interno di una visione personale e molto istintiva della vita, ecco il mondo che diventa caricatura di se stesso.
Foggia, 18 aprile 2013
Davide Grittani